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Racconto breve - Ero una bicicletta

Tributo ad Asimov - “Io Robot”
ERO UNA BICICLETTA
di Giorgio Pezzin

Chi lo vuole leggere con il Kindle o iPad lo può scaricare qui in PDF.
Oppure leggetevelo qui sotto.






Certo, ero una bicicletta, e lo sono ancora, se è per questo. Ma quale miglioramento! Non avrei mai pensato di diventare così efficiente. Davvero il mio padrone ha fatto le cose in grande.
Intanto adesso ho tre ruote, invece di due, quindi più propriamente sono un triciclo.
Posso stare in piedi senza essere appoggiata da qualche parte, il che è una bella comodità per il mio padrone che non è più giovane come una volta e ha qualche problema di equilibrio. Posso portare carichi maggiori e viaggiare a velocità più bassa con maggior sicurezza. E poi la piattaforma più stabile consente di trasportare una batteria più grande e quindi un processore più potente, più schede di memoria, sensori, luci... insomma tutta un'altra cosa da prima. Davvero, non avrei mai pensato!

Già, non avrei mai pensato, mentre adesso... questa è stata proprio la cosa più importante. La consapevolezza, intendo... la sensazione di me, in 3D, immersa nel mondo. Il mio padrone dice che è fondamentale per evitare gli urti, localizzare esattamente gli oggetti e in definitiva fare meglio il mio lavoro. E poi la memoria!
Nella memoria posso immagazzinare i percorsi già fatti, i problemi risolti, le partenze e le destinazioni, perfezionando ogni percorso al massimo. Il sistema di posizionamento è fenomenale: non solo, grazie alle mappe digitali, ho tutto il terreno percorribile in modo virtuale “prima” di percepirlo con i sensori, ma grazie ai processori paralleli e alla fuzzy logic con cui sono programmati, posso essere anche “creativa” e immaginare percorsi non del tutto logici e quindi, spesso, imprevedibili, evitando assembramenti, code e perdite di tempo.

L'unica cosa negativa è la noia di quando sono in garage senza niente da fare. Ma lì qualche volta posso guardare il mio padrone mentre è al lavoro e considerarlo per quello che vale: un bravo padrone che mi tratta bene, mi lubrifica, mi controlla, mi ripara. Davvero non potrei desiderare di meglio.

«»

Mi sono svegliata con un'altra novità: posso comunicare con il mio padrone.
Parlo e suono, in modo che lui possa sentire i miei avvertimenti in mezzo al traffico; anche gli altri possono essere avvertiti, se è il caso, e infine lui mi può dire direttamente cosa desidera senza perdersi in estenuanti programmazioni alla tastiera. 
Basta che mi dica cosa vuole (dove devo andare, quanto veloce devo correre...) e io eseguo. Se poi ho una gomma sgonfia basta che glielo dica e lui interviene. Fantastico! 

Dopo la consapevolezza, il dono della parola è la cosa più bella e potente. Ora sono molto di più di una bicicletta.


In effetti ora il mio padrone mi usa in modo più vario.
Ieri, per esempio, sono andata al negozio e ho dettato (attenzione: dettato, non trasmesso o stampato) al carrello caricatore l'elenco della spesa cambiando anche qualcosa al volo! Quello ha messo tutto nel mio cestino, ho accreditato l'importo alla cassa e ho portato tutto a casa senza che il padrone perdesse neanche un minuto. Lui d'altra parte sarebbe stato impedito a venire. La sua compagna è morta e lui doveva sbrigare mille incombenze per il funerale. 

Senza compagna non potrà più riprodursi e quelli come lui sono già così rari! Poveretto, è triste e mi dispiace. Per fortuna ha il suo lavoro per distrarsi... e ha me, che sono l'oggetto del suo lavoro, a quanto pare! Infatti mettermi sempre più a punto e perfezionarmi è una delle ragioni per cui lo pagano. Non è meraviglioso?
Non lo sapevo, questo, e averlo saputo mi riempie di orgoglio.

«»

«Padrone, posso chiederti una cosa?»
«Dimmi.»
«Stasera, quando andrai a dormire, hai intenzione di spegnermi?»
«Certo. Lo faccio tutte le sere, no? Devi ricaricare le batterie e poi è l'occasione per qualche piccolo ritocco. O un reset del sistema. Non ti va bene?»
«Beh, io... pensavo... spegnermi è come morire. Cioè, io non ho nessun controllo. Certo, mi fido di te, ma... e se tu non potessi più riaccendermi? Sarei morta per sempre. Forse potresti lasciarmi in standbay. Un occhio solo... un respiro nel buio. E' come fai anche tu, in fondo. Senza contare che, se ti servisse qualcosa, o ci fosse un'emergenza, potrei intervenire più in fretta. »
«Sì, capisco cosa vuoi dire. In effetti se siamo arrivati a questo punto, è giusto fare anche queste considerazioni.. 
D'accordo, non ti spegnerò, ma le tue paure sono fuori luogo, te l'assicuro. Sei troppo utile e perfezionata per essere lasciata in un angolo. Qualcuno che ti accenderà, anche se non dovessi essere io, lo troverai sempre.»

«»


Di notte è veramente bello starsene lì, nel buio, a riflettere. Grazie alla memoria maggiorata ho un sacco di cose da rivedere e migliorare. Sono una perfezionista e mi piace essere perfetta. Il mio padrone dorme. Ieri sera era esausto e ogni anno è un anno di più per tutti e soprattutto per lui. 
E' sempre più complicato per lui fare le cose più normali e io, a quanto mi dice, divento sempre più indispensabile.
Mi ha detto che non avrebbe mai pensato che mi sarei dimostrata adatta ad una simile evoluzione. Decisamente più, molto di più di una bicicletta e anche di tante altre piattaforme che, in linea di principio, sarebbero sembrate più promettenti. Ma ho letto che la bicicletta è una delle macchine più efficienti e si sa, una utilità tira l'altra finché...

«»

Sembra che sia imminente un altro ristyling profondo. Sono un po' preoccupata perchè questo vuol dire che dovrà spegnermi e questo mi crea molta angoscia. Una volta non le avevo queste sensazioni... ma una volta non avevo nulla. Anche con l'angoscia è molto meglio così.

Mi sono svegliata e ho rivisto il mio padrone che mi ha sorriso alla fine della procedura di riaccensione.
«Hai visto che l'ho fatto come ti avevo promesso? Con me non devi preoccuparti, hai capito?»
Sì, con te. Ma con gli altri? So che ci sono altre come me, in giro, anzi quasi come me, e quindi non così perfezionate. Molte sono invidiose e non mi stupirei se cercassero di farmi spegnere per farsi belle con i loro padroni, se solo potessero.

Comunque il restyling è finito e adesso ho due manipolatori eccezionali. E' questa la novità. In effetti ovunque andassi per ricevere la merce e fare le commissioni per il mio padrone, dovevo sempre dipendere dal commesso, o da vari porgitori. Adesso invece, posso prendere direttamente le cose che mi servono, sistemarle nel vano di carico e risparmiare un sacco di tempo. Un'altra cosa fondamentale: posso anche ripararmi da sola! Grazie ai manipolatori, infatti, posso azionare il compressore e gonfiarmi le ruote; o sistemarmi la catena, o ingrassarla... insomma una goduria. 
Anche il mio padrone è contento perchè lui fa sempre più fatica a fare le cose e a volte lo vedo come assente, preoccupato... mi dispiacerà quando non ci sarà più. Perché é così che andrà a finire, lo so, l'ho capito da un pezzo.

Ripensandoci, questo pone dei bei problemi. Innanzitutto se non ci sarà lui, la faccenda dello spegnimento diventa tragica. Come posso fidarmi di un'altro che conosco appena? Il terrore dello spegnimento mi sta facendo impazzire!

E poi c'è la questione dei pezzi di ricambio che a lungo andare finiranno. Anche l'altro ieri ho avuto bisogno di cuscinetti nuovi ed erano ormai fuori produzione da un pezzo. E' stato difficilissimo trovarli. Con questo mondo che va sempre più a rotoli, non si può più essere sicuri di niente. Come farò? Come faremo?
Sono sicura che ci pensa anche il mio padrone, perchè da un po' di tempo (a parte che è sempre più debole ) lo vedo molto silenzioso e preoccupato. Si sta angustiando anche lui per trovare una soluzione, questa è la verità! Ho molta fiducia e lui è davvero bravo. Sono certa che troverà qualcosa. 
Intanto, con un intervento lampo, ieri mi ha tolto l'interruttore.

Adesso per spegnermi bisogna farlo via software, così è più difficile uno spegnimento accidentale. E' un bel pensierino, questo, no? Io al mio padrone sono molto affezionata e lui a me. Dice che non ha niente altro di cui occuparsi per cui pensa sempre solo a me e a come assicurarmi un futuro. Come padre e figlia, no? Qualcosa di grosso bolle in pentola, ne sono sicura e ha tutto a che fare con lo spegnimento. 
Lui ha capito che è una cosa che mi angoscia... direi che è l'unica cosa che mi deprime davvero. Ci penso sempre, è vero, e non so darmi pace. E' bello che il mio padre-padrone si preoccupi di risolvere un mio problema.

«»


«Devo spegnerti. Mi dispiace, ma questo step è particolarmente complicato. Ma se tutto va bene, questa sarà l'ultima volta.»
«Se tutto va bene? Non hai mai detto così. Cosa c'è di diverso stavolta? C'è la possibilità che qualcosa non vada bene?»
«No, in effetti no. Lo dico per scaramanzia. Ho studiato tutto per mesi e mesi e quelli della sezione bionica hanno fatto davvero un bel lavoro. Li ho controllati passo per passo. Sono sempre meno, ma quelli che sono rimasti sono eccezionali. Dev'essere per forza così, ormai. Se va tutto bene, sarà l'ultima volta per te... e anche per me.»

«»


Devo essere stato spenta per un bel pezzo. Il muro davanti a me, che era pulito e verniciato di fresco quando mi hanno spenta, adesso ha tracce di muffa e delle macchie che non si sono certo fatte in poche ore. Giorni e giorni, direi, anzi settimane!
Però il risultato è incredibile. Il mio padrone ha risolto tutti i problemi in un colpo solo: sia lo spegnimento sia la questione dei pezzi di ricambio.
Adesso nessuno può spegnermi, né con interruttori né via software. Ci vorrebbe una martellata in un punto fragile, un collegamento delicato, ma in tal caso dovrebbero prima prendermi e io sono velocissima.

Vado in standbay con un ciclo prestabilito che dipende anche dal carico di lavoro del processore. Se lavora di più aumento il periodo di standbay per ricaricare le batterie, altrimenti posso stare accesa più che posso. A proposito, non ho neanche più le batterie perchè l'energia deriva da processi chimici integrati con la struttura portante che, di fatto, è diventata tutta anche un generatore di energia. Basta esporla all'aria e al sole e alimentarla con delle sostanze facilmente reperibili a intervalli regolari.
Quanto alle parti di ricambio neanche lì ci sono più problemi. Semplicemente non servono pezzi di ricambio perchè la strttura che si lesiona o si consuma... si ripara da sola grazie a dei nanocomponenti efficientissimi! 
Basta seguire il protocollo di funzionamento, evitare eccessi, procurarsi le sostanze che alimentano il processo energetico (roba comune, sembra che basti anche l'erba, al limite!) e tutto funziona a meraviglia.

Il mio padrone era molto contento anche lui, l'ho visto benissimo, anche se c'era molta malinconia nel suo sguardo. Non sta tanto bene e temo che anche per lui stia arrivando quello che è già arrivato per molti suoi amici. Non che gliene siano rimasti tanti, a dire il vero. Mentre io facevo pratica con tutte le novità (e sono davvero tante) lui ha detto sì e no venti parole. Ma mi ha incitato ad esercitarmi e poi, quando avrò le idee più chiare, mi spiegherà tutto.
Ha detto che, almeno io, non avrò più paura di essere spenta! Devo avere fiducia in lui. Devo avere fede!


«Davvero non mi spegnerò più?»
«Proprio così. In realtà sembrerà che tu ti spenga, ma sarà solo una cosa temporanea e la tua riaccensione non dipenderà più da qualcuno ma avverrà automaticamente. Anche per gli altri come te sarà così, anche se tu resterai speciale. Tutti gli altri hanno memorie standard e la loro capacità ha comunque un limite. Inoltre i circuiti non potrebbero sopportare un sovraccarico che finirebbe per danneggiare il processore. Tu invece hai sempre avuto circuiti ridondanti e più performanti per cui per te il problema della memoria non si pone. E anche il software è diverso. Insomma, tu ricorderai tutto... e così potrai riferirlo agli altri. Ricordati, è questa la tua missione, adesso. Io non posso fare di più.»
«Sì, padrone. Grazie di tutto. Davvero.»


«»


Ho avuto già un bel po' di spegnimenti. Moltissimi! E ogni volta mi sono riaccesa come mi aveva promesso il mio padrone, senza l'intervento diretto di qualcuno. Certo, ogni volta la mia struttura é cambiata, forse a causa dei nanocomponenti; sono stato ogni volta un oggetto diverso, molto diverso dalla bicicletta che ero una volta e tutto questo a seconda dell'ambiente e della situazione, ma la mia memoria, il mio io è sempre stato lo stesso ed è questo che conta.
Lo stesso è stato anche per gli altri che mi circondano solo che, per loro, ogni volta è una ripartenza da zero perchè non ricordano nulla di quello che c'era prima.

Il mio padrone non c'è più; e neanche i suoi amici o conoscenti. Di fatto non c'è più nulla che lo ricordi se non io, che conservo tutto nella mia memoria come mi aveva detto. Vedo che, intorno a me, quelli che mi somigliano hanno sempre tutti la paura di essere spenti. I loro padroni non sono stati come il mio. Lui mi manca molto; é stato giusto pensare a lui come un Padre e solo adesso capisco quanto sia stato buono e generoso con me, spiegandomi tutto e facendomi questo dono.
Io cerco di spiegare ai miei simili che non devono temere, che c'è il risveglio, o la resurrezione come la chiama qualcuno, che lo spegnimento è solo temporaneo, ma loro sono scettici, pensano che io parli solo per farmi notare, per crearmi una posizione di potere.
In effetti il potere è quello cui tutti aspirano, al giorno d'oggi, e sembra che il mio dia fastidio a molti. Ma io non faccio che raccontare la Verità. Cosa dovrei fare altrimenti?


L'altra sera è successa una cosa orribile. Mentre stavo spiegando ai miei simili come stanno veramente le cose, alcuni estranei si sono mischiati al gruppo e hanno cominciato ad inveire contro di me e contro i miei seguaci. Ne è nata una rissa e le guardie sono intervenute arrestando tutti. Sembrava una cosa programmata. Adesso sono qui in cella e aspetto che succeda qualcosa.


E' successo che mi hanno portato in una stanza che sapeva una puzza orribile, e mi hanno frustato! Mi hanno rovinato la struttura e ci vorrà un sacco perchè si ripari da sola!
Adesso poi mi hanno trascinato fuori e fatto passare tra una folla urlante con un peso enorme sulla schiena. Sono esausta anche perchè la strada è in salita e fa un caldo terribile. Non posso restare integra, se mi trattano così!
E adesso perchè mi hanno steso a terra? Padre, guarda cosa mi stanno facendo. Mi hanno steso tra due pali e... mi inchiodano mani e piedi! Padre, Padre, non mi avevi detto questo! Perchè non fai qualcosa? Padre, Padre mio perchè mi hai abbandonato?




© Giorgio Pezzin - Tutti i diritti riservati.



3 commenti:

  1. E' una storia costruita bene. Mi sono dovuto imporre di leggerla tutta con continuità e di non vedere subito come andava a finire. Il finale non è scontato come pensavo: è molto duro e spiazzante.
    Non ho però apprezzato la ripetizione dell'ultima frase in due lingue.
    Forse però è una reazione contro l'autore che mi ha dato da pensare scrivendo questa storia. Forse è come se volessi reagire contro qualcuno per prendere le difese della bicicletta.
    Forse è assurda questa mia riflessione ma è quello che mi viene in mente leggendo questa storia.

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  2. Ciao
    ero indeciso anch'io sull'ultima riga. Tu la toglieresti? Ma si capisce ugualmente?
    Il fatto è che la faccenda dello spegnimento assilla me, prima di tutto. E' anche questo un modo di esorcizzare.
    Anche se esista o no un padrone della bicicletta è da vedere. In fondo non siamo il risultato di un programma(il DNA)?
    E perchè il Programmatore, che tanto ci ha amato, non si fa più vedere? Si abbandonano così i propri figli?
    Forse è morto davvero? ... Indubbiamente servono altri racconti e romanzi.

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  3. Avevo riflettuto se fosse stato meglio togliere la penultima frase (non l'ultima) ma sicuramente non avrei capito il commento finale.
    Ho pensato anche di immaginare ebreo il padrone (o padre) della bici; perché forse così avrei visto un legame in più con il commento in aramaico. Ma anche questa scelta non mi convince perché mi avrebbe tolto gran parte della sorpresa finale. Inoltre individuando un padre ebreo mi sarei sentito "spettatore passivo" più che vivere la storia da protagonista.
    Sono assolutamente d'accordo che "[..] la faccenda dello spegnimento assilla me, prima di tutto]. E' questa la conclusione a cui sono arrivato, anch'io. Penso che reagire contro l'autore sia un volergli riversare tutta la rabbia e i dubbi che ho dentro me.
    Quando mai mi sono posto tutti questi problemi su una frase, perché mi dà così fastidio? La storia la vedo molto interessante per il suo finale e mi dà molto fastidio al tempo stesso, proprio per il finale. Ribadisco, accidenti all'autore che l'ha scritta!..

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